La borsa americana ha mantenuto la propria impostazione positiva, seppur con un rallentamento rispetto alla settimana precedente. Alla vigilia della stagione delle trimestrali tra gli investitori ha dominato l’ottimismo. Nella prima tornata di risultati pubblicati dalle maggiori banche statunitensi hanno spiccato quelli di JP Morgan e Blackrock: in entrambi i casi sono state superate le attese, anche se sulla prima hanno pesato oneri straordinari relativi alla nuova normativa fiscale. Blackrock ha invece registrato un nuovo record di afflussi nel 2017 e ottenuto dalla riforma un beneficio fiscale pari a 1,2 miliardi di dollari.
Mercoledì è arrivata una battuta d’arresto per l’azionario a stelle e strisce, che poi però si è ripreso rispetto al tracollo d’inizio giornata. A tale debolezza hanno contribuito le prese di profitto nonché, in un secondo momento, la notizia che esponenti del governo cinese avrebbero proposto di diminuire o cessare del tutto gli acquisti di Treasury statunitensi, probabilmente per via delle prospettive sul mercato dei titoli di stato americani nonché delle tensioni commerciali tra Washington e Pechino. Sulle contrattazioni hanno pesato anche voci di stampa secondo le quali il Canada si starebbe convincendo sempre più che il Presidente Trump a breve annuncerà la propria intenzione di abbandonare il NAFTA, l’accordo trilaterale di libero scambio nordamericano.
Venerdì il rendimento sul Treasury a 2 anni ha superato il 2% per la prima volta dal 2008, spinto dai dati sull’inflazione: al netto degli alimentari e dell’energia, i prezzi al consumo sono cresciuti dello 0,3% a dicembre, l’aumento più sostenuto degli ultimi 11 mesi. In rialzo anche il rendimento sul decennale, il quale ha chiuso l’ottava con un +2,55%.
La Banca del Giappone ha informato che diminuirà gli acquisti di titoli di stato a lunga scadenza attraverso operazioni di mercato aperto, probabile segno che l’istituto si stia preparando a terminare il proprio programma di stimolo nel corso del 2018. L’annuncio ha provocato un apprezzamento dello yen nei confronti del dollaro, movimento a cui gli investitori non hanno però dato grande peso. Successivamente i verbali della riunione di dicembre della Banca Centrale Europea hanno suggerito che Francoforte potrebbe avviare la riduzione dello stimolo monetario in tempi più rapidi di quanto stimato finora. La sostituzione del termine “ripresa” con “espansione” in riferimento all’economia dell’eurozona ha fatto guadagnare circa l’1% alla moneta unica nei confronti del biglietto verde nonché spinto i rendimenti sui titoli di stato tedeschi ai massimi dallo scorso agosto.
L’ottava è stata caratterizzata da risultati in rialzo per la maggioranza dei mercati europei, fatta eccezione per gli indici tedeschi e svizzeri. Verso la fine della settimana, i riflettori erano puntati sulla Germania, poiché la cancelliera Angela Merkel, alla guida dell’alleanza CDU-CSU (conservatori), ha trovato un’intesa con il partito di opposizione SPD, rendendo più verosimile la possibilità di formare una nuova coalizione. Nel Regno Unito, il FTSE 100, sostenuto dalla debolezza della sterlina, ha messo a segno chiusure record per tre giorni consecutivi.
Quarta settimana consecutiva di rialzi per il petrolio informa Denis Torri, il quale giovedì ha toccato il livello più alto dell’ultimo triennio: il Brent ha oltrepassato la soglia dei 70 dollari al barile grazie alla riduzione delle scorte statunitensi nonché la proroga dei tagli alla produzione concordati dall’OPEC. L’oro si è portato ai massimi degli ultimi quattro mesi grazie all’indebolimento del dollaro, chiudendo l’ottava in rialzo dell’1,4%.
Denis Torri
Refidest – Ica Network
Fonte: EU, EFG